Quanti di noi conoscono il proprio corpo? Ma, soprattutto, quanti di noi si impegnano ad entrare in confidenza con lui giorno dopo giorno, anche attraverso “aiuti esterni”, laddove essi siano, sì, il/la propria/o partner, ma non solo?
Una domanda che risuona molto negli ultimi anni grazie a movimenti di emancipazione mirati a riconoscere e, a tratti, ostentare la propria natura, le proprie inclinazioni e i propri desideri ma che nel corso degli anni, dei secoli, ha fatto sì che chiunque si scontrasse con la mentalità e la società del tempo, lasciando a questa domanda la possibilità di dare una risposta.
Lo sapevi che la masturbazione era molto praticata anche prima della sua diffusione su YouPorn?
Il tracciato storico che precede i tempi moderni affonda le sue radici nella storia antica che, infatti, rappresenta questa pratica così naturale in ceramiche raffigurazioni dell’epoca che, per lo più, tendono a rappresentare la masturbazione maschile piuttosto che quella femminile. Per i Sumeri pare che essa migliorasse la prestazione sessuale, nell’Antico Egitto essa veniva attribuita a molti dèi in relazione al mito della creazione da parte di Atum che pare avesse creato l’universo mentre praticava autoerotismo, tanto che il faraone, per rispondere a questo mito della creazione, era portato a masturbarsi sulle rive del Nilo in quanto suo il flusso e riflusso era relazionato alla frequenza della sia eiaculazione. Gli antichi Greci sostenevano che la masturbazione alleviasse le sofferenze e andasse a sostituire il classico rapporto sessuale.
L’idillio e la naturalezza della masturbazione sopravvive per secoli fino a quando nel XVIII secolo “il mito della masturbazione come origine di tutti i mali” mette ombra in Europa, che diventa il fulcro della caccia alla pratica dell’autoerotismo, considerato il generatore di qualsiasi malattia psico-fisica degli essere umani, iniziando a essere definito onanismo – ripreso dalla terminologia biblica. Tra gli studiosi, medici e predicatori che hanno condannato la pratica Robert James, Tissot, Ellen Gould White – che condanna anche quella femminile – e Kellog, l’inventore dei Corn Flakes, attivista particolarmente zelante contro la masturbazione che ha gestito un manicomio seguendo le cure olistiche alternative e studiando diete vegetariane come rimedi contro essa.
Questo punto di vista inquisitorio viene accentuato in epoca vittoriana, tanto da applicare un codice che non favorisse la pratica, come impedire ai ragazzi di indossare tasche eccessivamente profonde, alle ragazze era impedito di fare equitazione o usare la bicicletta e agli scolari veniva impedito di accavallare le gambe, tutte scelte per impedire a ragazzi e ragazze di provare lontanamente il piacere sessuale. Solo nel XX secolo questo approccio cambia connotazione, grazie agli studi di Sigmund Freud e continua la sua emancipazione negli anni Quaranta e cinquanta del secolo grazie a studi sul tema, per arrivare ai giorni d’oggi in cui la masturbazione viene riconosciuta come pratica che riguarda uomini e donne, malgrado si porti ancora dietro il giudizio e la vergogna.
Che poi, pensandoci bene, cos’è la masturbazione se non esplorare il proprio corpo, stimolarne le parti erogene per stare bene, prima con sé stessi, per poi comunicarlo al proprio partner? E perché non farlo attraverso degli ausili con cui potersi divertire? Sex toys, oggetti ergonomici, candele, stimolatori dei cinque sensi sono elementi fondamentali per il proprio benessere sessuale perché, attraverso di essi, è possibile comprendere cosa piace e consente di entrare in intimità con sé stessi e col proprio partner. Già, ma come sceglierli se, per esempio, è la prima volta che si entra in contatto con questo mondo? È possibile andare sui siti che li vendono e lasciarsi ispirare e catturare dal colore, ergonomia e descrizione, ma perché negarsi la possibilità e vergognarsi di chiedere aiuto e un parere ad esperti del settore? Andare da un sessuologo oppure rivolgersi a consulenti può essere un buon modo per coltivare il proprio benessere sessuale, a favore di una consapevolezza spoglia da pregiudizi e vergogna.
Nel 2010 nasce un’azienda tutta al femminile, con valori, obiettivi e filosofia di vita mirata al cambiamento nella cultura sessuale dei paesi del Mediterraneo: la Valigia Rossa è ormai un marchio affermato a livello nazionale che ha come obiettivo diffondere la consapevolezza e la conoscenza della sessualità femminile, attraverso delle consulenti che arrivano direttamente nel salotto di casa con una grande valigia rossa. Delle Mary Poppins che promuovono divertimento, formazione e consapevolezza necessari per il benessere di uomini e donne, un benessere di cui si parla troppo poco nelle scuole, in famiglia o col medico in quanto la società è ancora troppo radicata nell’idea della masturbazione e sessualità connessa al concetto di pudore, sebbene queste due definizioni non possano viaggiare parallelamente. Addii al nubilato, consulenze tra amiche o di coppia, forse uno dei modi per conoscere realmente noi stessi e il nostro partner è spogliarci un po’ di più e comunicare cosa ci piace: tanto una vie en rose quanto una vita in rosso!
