Oggi Stay. è Kubrick che racconta come la mercificazione della donna non è una questione maschile e la sex roulette e il calippo tour ne sono la prova.

  • Autore dell'articolo:
  • Categoria dell'articolo:ARTualità
  • Commenti dell'articolo:0 commenti
  • Tempo di lettura:5 mins read
Al momento stai visualizzando Oggi Stay. è Kubrick che racconta come la mercificazione della donna non è una questione maschile e la sex roulette e il calippo tour ne sono la prova.
Scena di Eyes Wide Shut, Stanley Kubrick, 1999

Donne in gruppo che giocano a fare test di gravidanza per vedere chi… perde. È questo il nuovo trend che si sta diffondendo su TikTok, coinvolgendo giovani donne, provenienti da qualsiasi parte del mondo, un vero e proprio gioco sessuale che ha dell’agghiacciante nella sua definizione.

Si chiama sex roulette e consiste nel fare sesso in gruppo, incappucciati, senza alcun tipo di contraccettivo e, come tutti i giochi, si decretano i vincitori e i perdenti dove, questi ultimi, o meglio, queste ultime, sono le donne che rimangono incinte. Un gioco perverso che capovolge le regole di qualsiasi partita in cui il perdente non viene considerato un incapace, bensì un vincente perché ha portato a termine il fine ultimo del “divertimento”, ovvero rimanere/mettere incinta. Ma non solo, a condire il gioco c’è un’aggiunta a cavallo tra la perversione e il sadismo: far partecipare all’orgia una persona sieropositiva. Il livello di difficoltà del gioco aumenta aggiungendo, al rischio di una gravidanza, la possibilità di trasmissione di malattie sessualmente trasmissibili.

Una challenge che nasce a Belgrado con lo scopo di assumere le caratteristiche della famosa roulette russa, intento raggiunto con successo, in quanto entrambi i giochi hanno una pistola e un proiettile mortale. L’aspetto inquietante e interessante allo stesso tempo è il coinvolgimento di minori, come in qualsiasi challenge social, sicuramente più vulnerabili e inclini ad ambire un’accettazione a suon di like, commenti e follower, non curanti delle conseguenze che una roulette come questa può comportare. E infatti l’ideatore di queste challenge punta sui giovani per questo, perché non hanno la percezione del reale, del rischio e del male che può causare una ripercussione di questa sfida. A tal proposito, infatti, una nota del Codacons del 25 settembre afferma che questo tipo di gioco potrebbe costituire un vero e proprio reato di “addescamento di minori”, a seguito di un esposto presentato dallo stesso ente a all’Autorità per le Comunicazioni, alla Polizia postale e a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia, dichiarando allarme sociale.

La gravità di questo disagio non lo ha considerato neppure una ragazzina di Roma, che si è fatta mettere incinta a 14 anni, durante un incontro di questi. Secondo le regole, infatti, la ragazzina “ha perso” e, rimanendo incinta, è rimasta fuori da giochi.

In aggiunta a questo trend che si è diffuso grazie alla viralità dei reel di Tik Tok, vale la pena menzionare il Calippo e Chinotti tour, ovvero ragazze che mettono la spunta in diverse città italiane ed europee e si prestano a rapporti occasionali con sconosciuti che filmano e postano in rete, principalmente sui canali di OnlyFans. Esistono addirittura pagine Instagram, come @cazzimmebasta e canali Telegram che pubblicano le foto di queste ragazze in posizioni provocanti accompagnati dalle didascalie come “chi è disponibile?”, “chi vuole fare un giro” come veri e propri annunci cui basta un click per usufruire del servizio.

La domanda che sorge spontanea è come è possibile passare da manifestazioni contro la violenza sulle donne da parte degli uomini a donne che violentano se stesse solo per qualche like o follow in più. Qual è il preciso istante in cui ci siamo ritrovate dentro il romanzo di Margaret Atwood “Il racconto dell’ancella” ma a parti invertite? Un episodio infinito di Black Mirror dove il concetto di educazione alla sessualità non sarebbe sufficiente a colmare quella disintegrità morale che affligge e sovrasta le nuove generazioni, ormai lontane dal concetto di discernimento ed etica, probabilmente anche  a causa della diseducazione musicale e cinematografica. Siamo arrivati a punto di non ritorno – forse – in cui lottare per i diritti delle donne, e non solo, non è più sufficiente per abbattere quella mercificazione tanto condannata negli anni Novanta con i Cinepanettoni o i programmi contenitore di Canale Cinque, dal momento che sono proprio le stesse donne a confondere il concetto di emancipazione con quello di umiliazione. Una roulette russa dove l’ultimo colpo, forse, è stato già sparato.

Perché quest’opera?

Un film tanto inquietante per le scene di sesso esplicite, quanto interessante hanno permesso a Kubrick di rendere questo film trai più visti nella storia del cinema malgrado la complessità stilistica e diegetica. Sarà per questo che non smettiamo mai di vederlo: perché, nel tentativo di cogliere un elemento in più a ogni sua visione, lo spettatore approfitta per godersi una delle scene più esplicite e inquietanti riguardanti il sesso, tanto da considerarla tanto eccitante quanto inverosimile. Contrariamente al 1999, anno di pubblicazione dell’opera, oggi questa scena è molto più comune di quanto si pensi, tralasciando quell’eccitamento originario per lasciare posto alla sola inquietudine nel pensare a un gruppo di minorenni che si riuniscono in un appartamento per organizzare delle orge con finalità ben lontane dal concetto di piacere, nel senso edonistico del termine. In questa questione il sesso non c’entra nulla e neppure l’etica sessuale. Entrano in gioco dinamiche sociali a cui non siamo ancora pronti di dare una spiegazione e quindi, l’unica cosa che resta da fare, è sederci guardare quello che succede nell’illusione di essere in un sogno, proprio come i protagonisti del film. Un brutto sogno.

Paola Sireci

Sono Paola Sireci, giornalista pubblicista, laureata in scienze della comunicazione con un master post laurea in giornalismo e giornalismo radiotelevisivo. Lavoro come social manager e segretaria organizzativa presso l’accademia Stap Brancaccio di Roma. Scrivo gli editoriali e curo la rubrica “Love” di Stay. e lo faccio bene perché amo approfondire l’attualità (necessario farlo per comprenderla) e declinarla soprattutto nella sfera artistica e mi affascina analizzare le diverse sfumature dell’amore.

Lascia un commento