Uso di tattiche manipolatorie, comportamento passivo-aggressivo, livelli intensi di gelosia, litigi e conflitti frequenti, costante criticismo, mancanza di fiducia, comportamenti controllanti, mancanza di supporto, sentimenti di rabbia intensa. Leggendo queste caratteristiche verrebbe da pensare alla peggior relazione che uomini e donne possano vivere, un rapporto malsano fatto di irrequietezza, tensione, rabbia e, perché no, pericolo. Quella tipologia di relazione narrata dai film thriller in cui, inizialmente la coppia vive un amore idilliaco che progressivamente si trasforma in qualcosa di morboso, qualcosa lontano dalla realtà, dalla normalità.
Oggi questa tipologia di amore, non solo disegna un quadro ampiamente grande tra le coppie, ma rappresenta e, anzi, sta diventando paladino dell’amore ideale dove morbosità e controllo è sinonimo di normalità. Gli amori tossici sono sempre esistiti e forse in passato delineavano uno neo sociale di notevole importanza, considerando le condizioni sociali cui versavano le donne che consentivano loro la legittimazione di comportamenti tossici e violenti. Le donne non lavoravano, non avevano i diritti e la parità di genere che oggi posseggono e soprattutto quello che accadeva a casa col proprio uomo, rimaneva dentro le quattro mura nonostante i muri ampliassero le vessazioni cui erano vittime.
Nel 2024 esiste informazione, divulgazione, prevenzione, diritti, tutele nei confronti delle donne e, soprattutto, emancipazione eppure sembra che la situazione in fatto di relazioni tossiche non sia cambiato molto, soprattutto, in virtù del fatto che i media e l’industria cinematografica rendono queste relazioni, da marginali che dovrebbero essere, normali e non solo: creano intrattenimento. Programmi televisivi come Temptation Island, in onda su Canale Cinque per tutta la stagione estiva, ha come fine ultimo fare “un viaggio nei sentimenti” (slogan coniato dalla produzione che Filippo Bisciglia, conduttore, ripete con fierezza ai concorrenti e ai telespettatori), con una modalità che già si evince nella sigla del programma. Il famoso brano di Eminem e Rihanna s’intitola “Love the way you lie” – letteralmente, amo il modo in cui menti – diventa inno del celeberrimo programma in cui i concorrenti si dicono bugie, si insultano, si umiliano, si denigrano, si tradiscono, non si rispettano, ma si amano, proprio come la canzone invita a fare. Sembra quasi una litania che le donne del programma – quasi sempre le vittime della relazione – rivolgono ai loro uomini.
Per chi non lo sapesse, il programma è ambientato in un’isola sarda, all’interno di un villaggio dei fidanzati e delle fidanzate, dotati rispettivamente di ogni comfort e lusso. In oggi villaggio sono presenti tanti tentatori single quanti sono i/le fidanzate/i che partecipano al programma. Durante le tre settimane di permanenza, questi ultimi hanno modo di riflettere sulla propria relazione grazie all’aiuto dei/delle tentatrici/tentatori che tra lunghe bevute in riva al mare, bagni in piscina e spalmate di crema solare, riescono a far emergere i problemi della coppia.
La narrazione è sempre la stessa: coppie molto giovani, principalmente provenienti dal sud Italia, in cui l’uomo rappresenta il maschio alfa, la parte forte della coppia che stabilisce regole ben precise per la propria donna e queste ultime, invece, insicure, accomodanti e accondiscendenti che accettano e permettono le mancanze di rispetto, umiliazioni e quelle stesse imposizioni che, però, una volta entrate all’interno del programma condannano. Inizia, a quel punto, il momento di catarsi, attraverso il quale cambiano totalmente approccio alla relazione e una volta arrivate all’ultimo step del programma, il falò di confronto – momento in cui la coppia tira le somme del loro viaggio nei sentimenti – dopo scontri accesi, insulti e video compromettenti, dopo qualche lusinga da parte del sesso forte, la donna cede e tornano insieme “più forti di prima” oppure “consapevoli che non saranno più gli stessi” dopo questo percorso introspettivo a suon di Tezenis e Cipster party.
L’aspetto preoccupante e inquietante, tuttavia, non è tanto l’esistenza di questa tipologia di relazione che – purtroppo – più o meno chiunque ha vissuto lungo il proprio percorso sentimentale quanto, invece, creare intrattenimento su un qualcosa che dovrebbe creare sdegno, rabbia e repulsione. Il pubblico di Temptation Island, e non solo, ricerca quella tipologia di relazione nel proprio angolo di svago, vuole poterne parlare, creare ironia e questo presuppone riproporre lo stesso schema, ogni volta, da parte delle produzioni e autori del programma. La violenza non viene condannata ma ricercata e normalizzata.
Questo si ripercuote nella vita di tutti giorni e uomini e donne saranno sempre più disabituati a discernere una relazione tossica da una sana, un partner manipolatore da uno che ama e il riconoscersi nella parte lesa tende ad normalizzare sempre di più i rapporti affetti da dipendenza affettiva in cui “si ama il modo in cui si mente”.
