CULTURE NEXT. Verifica dell’età per siti porno e gioco d’azzardo. Se fosse così anche per i social?

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Dorothy Tennant (1855-1926), Al gioco

Navigare su Internet sarà sempre più difficile? La risposta ce la dà ACOM che, nell’ultimo schema di regolamento varato lo scorso 7 ottobre, prevede di cambiare la modalità di navigazione in rete per i minori. Come? Attraverso dei sistemi di autenticazione anagrafica che non permetteranno ai minori di accedere a siti per adulti come siti porno e relativi al gioco d’azzardo.

Un regolamento mirato ai minori ma che coinvolge tutti i fruitori del servizio, preoccupati che questa identificazione anagrafica possa coincidere con quella nominativa, non preservando l’anonimato oggi assicurato dai siti per adulti. Stando alle voci di corridoio iniziali, infatti, pare che gli utenti possano identificarsi tramite lo Spid o la CIE, strumenti di identità di digitali con i quali si accede ai servizi della pubblica amministrazione anche se, il provvedimento dell’Agcom non fa esplicitamente riferimento a questi strumenti di identificazione e dichiara che “qualsiasi sistema che garantisca sicurezza, efficacia e rispetto della privacy sarà accettabile“. Per il Garante, dunque, è importante che le piattaforme di questo tipo sappiano con certezza che l’utente sia maggiorenne prima di permetterne l’accesso, lasciando loro la libertà di stabilire le modalità.

Un provvedimento di age assurance a tutela dei minori, un rafforzamento e prolungamento del Decreto Caivano del 15 settembre 2023 varato a seguito dello stupro da parte di due minorenni di due ragazzine di 10 e 12 anni proprio nel comune campano. Con la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il decreto adotta “Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale” attraverso la repressione dei violenti fenomeni delle baby gang e l’abbandono scolastico, introducendo un inasprimento delle sanzioni nei casi di spaccio e l’arresto in flagranza e particolare attenzione anche alla sicurezza in ambito digitale. La differenza tra la legge e il regolamento proposto dall’Agcom è che quest’ultimo prevede un inter ancora piuttosto lungo che lo manterrà proposta almeno fino al 2025 in quanto deve passare al vaglio della Commissione Europea che, nel frattempo, sta stabilendo una linea comune tra gli stati membri in materia di protezione dei minori, attraverso il regolamento Digital Services Act.

Il regolamento non coinvolge, tuttavia, solo Agcom ma è frutto di un confronto con le associazioni dei consumatori come Altroconsumo che hanno presentato all’Autorità le loro proposte riguardanti siti e minori, con particolare attenzione al mondo dei social, in particolare TikTok, oggi il divulgatore in assoluto di ogni tipologia di contenuto, dal più infantile al più pericoloso per bambini e minori. Fino a che punto, quindi, può avere senso mettere un filtro anagrafico sui siti porno e sul gioco di azzardo, quando social come questo, possiedono una varietà di informazioni e contenuti volti a ispirare e a creare dipendenza, facendo leva sui più vulnerabili?

Paola Sireci

Sono Paola Sireci, giornalista pubblicista, laureata in scienze della comunicazione con un master post laurea in giornalismo e giornalismo radiotelevisivo. Lavoro come social manager e segretaria organizzativa presso l’accademia Stap Brancaccio di Roma. Scrivo gli editoriali e curo la rubrica “Love” di Stay. e lo faccio bene perché amo approfondire l’attualità (necessario farlo per comprenderla) e declinarla soprattutto nella sfera artistica e mi affascina analizzare le diverse sfumature dell’amore.

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